Si sente facilmente parlare di Job Hopping negli ultimi anni, indica la tendenza a saltare da un lavoro ad un altro come fenomeno rilevante e particolarmente emergente soprattutto tra le nuovissime generazioni.
Sono diversi i motivi per cui si cambia lavoro, ma scelgo di soffermarmi su uno dei tanti che rilevo nei colloqui one to one all’interno delle organizzazioni. Mi capita di supportare giovani che sono entrati da poco nel mondo del lavoro e che vivono con disagio la non corrispondenza tra le loro richieste e le risposte che ricevono dal contesto in cui sono inseriti. Con un ascolto attento e autentico di ciò che riportano, cerco di lasciare emergere con chiarezza cosa per loro è importante e verifico che riportano priorità professionali che sono diverse da quelle che emergevano qualche anno fa. Ho notato che i ragazzi dimostrano di dare importanza e quindi preferire contesti che si preoccupano della loro formazione. Cosa potrò imparare in questa azienda? Quali sono i percorsi formativi a cui posso aderire?
In un mondo in continua trasformazione i giovani privilegiano la scelta di contesti lavorativi dove ci sia la possibilità di crescita professionale ma anche personale in modo da acquisire le competenze e al tempo stesso capire “chi sono io?” oppure “quali sono le mie potenzialità?”. Porsi queste domande significa affrontare con consapevolezza la direzione delle proprie scelte.
Quando ascolto queste riflessioni nei colloqui aziendali, cerco di rapportarmi con i referenti organizzativi supportandoli nella costruzione di percorsi a volte anche mirati ai singoli collaboratori in modo che gli stessi possano sviluppare nuove abilità senza cambiare realtà, anzi rendendoli consapevoli che l’azienda si sta prendendo cura dei loro bisogni di formazione.
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